Noi, f.lli Pinna, con il pastificio Trigale abbiamo deciso di intraprendere un affascinante percorso, tramandato dai nostri avi, in un settore, quello della pasta artigianale, tanto antico quanto suggestivo. Nasce come impegno per sfuggire a quello che noi chiamiamo terrorismo alimentare che invade le nostre dispense. Dando alla nostra produzione un nome rappresentativo ed emblematico, ‘’Trigale’’, aggettivo sardo-logudorese che significa ‘’fecondo di grano’’, intendiamo sottolineare che la nostra produzione non è solo feconda di grano ma di grano esclusivamente Sardo, grano della nostra Isola, grano delle nostre Contrade incontaminate e selvagge.
L’importanza delle materie prime per noi è tutto. Il nostro principale obiettivo è quello di offrire prodotti di alta qualità come comanda l’antichissima tradizione culinaria sarda. Intendiamo promuovere la formula “Sardegna sostiene Sardegna”, con una produzione a km 0.
Selezioniamo accuratamente la nostra filiera, perché siamo convinti che la cerealicoltura Sarda è sempre più in grado di soddisfare, con coltivazioni di nicchia, le esigenze di consumatori attenti alla qualità e alla salubrità degli alimenti.
L’acqua, nella produzione, riveste un ruolo importantissimo per questo abbiamo scelto di usufruire come approvvigionamento idrico della limpida sorgente granitica della Gallura di Sardegna.
Vi è una vasta produzione di pasta integrale. Per quanto riguarda le paste aromatizzate utilizziamo il cannonau Burlato di Sorso, inoltre abbiamo le paste aromatizzate al mirto biologico della Sardegna, al peperoncino biologico della Sardegna e al curcuma.
Sostenendo l’antica tradizione di un’Isola silente tra le più antiche e belle del mondo, lontana, appartata e chiusa nella propria terra arcaica e severa, vi offriamo dal Golfo dell’Asinara, con l’ospitalità che ci contraddistingue, una pasta dal profumo di sole, dal sapore di mare limpido e cristallino, unica, per gli aromi dell’antico grano duro Sardo.
Gli antichi romani, in particolare Giulio Cesare, consideravano la Sardegna granaio dell’antica Roma per la notevole produzione di frumento favorita dalla fertilità delle sue terre e dal clima salutare. La vocazione cerealicola persiste e si è evoluta nei giorni divenendo una ricercata produzione di nicchia.
La nostra produzione propone le varietà di pasta che contraddistingue la nostra Isola, un posto particolare lo riveste la fregula sarda, erroneamente chiamata fregola, dal mercato alimentare. E’ un termine di origine latina che potrebbe tradursi con la parola ‘sbriciolare’. E’ ormai constatato il legame della fregula con una tradizione antichissima che nasconde un’origine millenaria. Non si esclude che possa essere il frutto di continui scambi culturali con i popoli Fenici, Punici e Cartaginese, in riferimento alla cultura che si diffuse tra questi popoli del così detto “cus-cus”. Sta di fatto che essa è al centro di un continuo dibattito storico circa la sua origine. Il suo utilizzo nell’arte culinaria sarda è prepararla con prodotti di mare in modo particolare con le vongole e frutti di mare, ben apprezzata anche con ragù rossi o bianchi di carne. I malloreddus è un tipo di pasta corta dalla forma simile all’apertura di piccole conchiglie, è il piatto tradizionale più preparato in Sardegna in tutte le occasioni.
Si possono mangiare con diversi ragù a base di carne come il cinghiale, l’agnello e la salsiccia, e spolverati di pecorino sardo. I malloreddus esistono da centinaia di anni, essi venivano preparati dalle massaie ricavando prima delle palline di pasta che successivamente venivano schiacciate su dei ciuliri, cesti tipici di paglia. Il termine Malloreddus è un diminutivo di mallori, che in sardo campidanese significa toro. Di conseguenza mallo-reddus vorrebbe dire vitellini, in quanto richiamano alla mente i vitellini panciuti così come appaiono appena nati.
Non mancano, nella produzione, i classici maccarrone de busa. Questa pasta prende il nome dall’attrezzo con il quale si preparano. Ha origini barbaricine, una zona interna e misteriosa della Sardegna. Macarrones de busa è termine antico e deriva dall’arabo bus che indicava lo stelo della arunda aegyptica, pianta con cui si preparavano delle cannucce per fare la pasta. Il termine non cambia anche quando al posto dello stelo si usano i ferri. Questa pasta è preparata ed utilizzata in altre regioni del sud italiano e comunemente chiamata pasta busiata.